Nuove strategie contro un vecchio nemico: come è cambiato il nostro approccio contro il cancro?

combination therapy

Alle soglie del 2019, il cancro fa ancora paura. Non c’è una cura universale e probabilmente non esisterà mai. Ma bisogna ammettere che le nostre terapie sono molto migliorate. Chemioterapia e radioterapia sono le prime a venirci in mente, ma non più le uniche. Il nostro approccio alla cura del cancro sta cambiando: informazioni che ignoravamo fino a poco tempo fa sono ora cruciali per la realizzazione di nuove terapie. E abbiamo capito una cosa importante: più terapie in combinazione sono meglio di una.

La nostra comprensione del cancro è aumentata negli ultimi decenni. Abbiamo imparato che non possiamo prendere di mira le sole cellule tumorali senza considerare il loro microambiente; dobbiamo attaccare il tumore su più fronti, perché impara velocemente a resistere ai nostri trattamenti; è bene usare "farmaci intelligenti" contro molecole o aspetti specifici del tumore, così da ridurre al minimo tossicità ed effetti collaterali.

Forti del nostro bagaglio di informazioni, siamo in grado di generare terapie più sicure ed efficaci rispetto al passato? Come affrontiamo il cancro oggi?

Non c'è una sola risposta, ma la parola d'ordine è "terapia di combinazione". Ogni trattamento ha i suoi punti di forza, ma anche le sue debolezze: la somministrazione simultanea di due o più farmaci che funzionano in sinergia consente di potenziare i punti di forza riducendo al contempo i punti deboli di ciascuno.

Ecco due esempi (ancora in fase preliminare) in cui terapie vecchie e nuove sono state combinate contro tumori aggressivi, come quello al pancreas e il melanoma.

Pancreas: radioterapia, ipertermia e immunoterapia

Il cancro al pancreas è quello con il più alto tasso di mortalità sia negli uomini che nelle donne. La diagnosi spesso arriva troppo tardi, quando il tumore si è già diffuso ad altre parti del corpo e chemioterapia e radioterapia perdono di efficacia. Con l'avvento dell'immunoterapia, molti tumori considerati fino a poco tempo fa incurabili, sono oggi quantomeno "trattabili"; ma non il cancro al pancreas, che è un vero osso duro. Non che i ricercatori non ci abbiano provato: ma a causa del suo microambiente fortemente immunosoppressorio, neanche le nostre migliori immunoterapie sono efficaci.

Ma la combinazione con altri due trattamenti, radioterapia e ipertermia, migliora di molto la sua efficacia. Mentre la radioterapia viene utilizzata da tempo, l'ipertermia suona forse meno familiare ai non addetti ai lavori. In questo trattamento, il tessuto corporeo viene esposto a un aumento di temperatura generato da onde elettromagnetiche. La ricerca ha dimostrato che temperature elevate nei pressi del tumore (39-43 ° C) possono uccidere le cellule tumorali (di solito con lesioni minime ai tessuti normali) e bloccare il sistema di riparazione del DNA, rendendo ancora più efficaci le radiazioni. Pertanto, la radioterapia e l'ipertermia vanno a braccetto ma ... non c’è due senza tre!

L'ipertermia fa anche qualcosa di più: aumenta la responsività del microambiente tumorale all’immunoterapia. Le alte temperature producono un incremento del flusso sanguigno e quindi aumentano il traffico di linfociti verso il tumore; inducono anche la sintesi di composti chiamati proteine ​​dello shock termico, che stimolano una risposta immunitaria antitumorale. Saranno necessarie ulteriori ricerche per chiarire il potenziale clinico e ottimizzare dosi e tempistiche di questa triplice combinazione, ma siamo sulla strada giusta. Se le tre terapie funzionano in sinergia, possiamo usare dosi minori di ognuna, riducendo gli effetti collaterali senza compromettere l’effetto terapeutico.

Melanoma: chemioterapia, elettricità e immunoterapia

Attualmente sono in corso sperimentazioni cliniche sulla combinazione tra elettro-chemioterapia e immunoterapia nel trattamento del melanoma metastatico. Ma cos'è l'elettro-chemioterapia?

È un trattamento che combina la chemioterapia a basse dosi con l'elettroporazione. Un impulso elettrico viene applicato nel sito dell'iniezione di chemioterapia, solitamente metastasi cutanee o sottocutanee di una varietà di tumori, inclusi testa e collo e melanoma. La cellula viene temporaneamente permeabilizzata; si formano dei "pori" sulla sua membrana e il farmaco ci passa attraverso, entrando più facilmente.

La ricerca ha anche dimostrato che l'elettro-chemioterapia può stimolare una risposta immunitaria contro il tumore, inducendo quella che viene chiamata "morte cellulare immunogenica". Quando muoiono, le cellule tumorali espongono molecole immunogeniche che segnalano la loro presenza al sistema immunitario. Sfortunatamente, la risposta che ne consegue non è così forte da indurre la regressione di metastasi distanti.

Risultati preliminari suggeriscono che l'immunoterapia potrebbe essere l'ingrediente mancante che, insieme alla chemioterapia e all'elettricità, è in grado di generare una risposta immunitaria antitumorale ad ampio raggio, anche contro le metastasi più distanti. Gli inibitori dei checkpoint immunitari sarebbero la “spinta” di cui il sistema immunitario, già allertato dall’elettro-chemioterapia, ha bisogno per combattere il tumore.

Ecco di nuovo, il potere della terapia di combinazione!

Erika Salvatori

Fonte:

Mahmood, J., et al. (2018). Immunotherapy, Radiotherapy, and Hyperthermia: A Combined Therapeutic Approach in Pancreatic Cancer Treatment. Cancers, 10(12), 469

Goggins, C. A., & Khachemoune, A. (2018). The use of electrochemotherapy in combination with immunotherapy in the treatment of metastatic melanoma: a focused review. International Journal of Dermatology.

Chemioterapia, radioterapia, terapie

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