Dalla California, un modello di fauna selvatica per studiare il cancro

Sea lion cancer

Il cancro è una malattia troppo complessa per poterla studiare solo in vitro o in animali da laboratorio, tutti geneticamente uguali. La vita reale non è un laboratorio; nella vita reale il cancro nasce da interazioni tra una molteplicità  di geni e fattori ambientali, che non possono essere facilmente replicate. Una soluzione è quella di estrapolare dati dai tumori che colpiscono spontaneamente gli animali selvatici, che trascorrono la vita in balìa del mondo vero e non tra le quattro pareti di un laboratorio.  Oggi parleremo di ingombrante mammifero dei mari della California: il leone marino. 

Una popolazione di leoni marini in California, sulla costa occidentale degli Stati Uniti, ha un'alta prevalenza di un carcinoma urogenitale. I leoni marini sono un buon modello, poiché, trascorrendo diversi periodi a terra, risultano più "accessibili" rispetto ad altri mammiferi marini. Naturalmente, il cancro può essere studiato in una varietà di animali non di laboratorio, ma più vicini a noi e più facili da seguire nel tempo rispetto ad un modello selvatico, ad esempio i nostri amici animali domestici, come cani e gatti. Il cancro del cane in particolare presenta interessanti caratteristiche genetiche e molecolari comuni con quelle del cancro umano. Ciononostante, i ricercatori sono particolarmente interessati ai leoni marini e non solo perché amano le sfide: gli animali selvatici sono probabilmente modelli ancora più informativi per la carcinogenesi, poiché, al contrario di quelli domestici, sono naturalmente esposti a un mix di contaminanti e fattori dietetici. Insomma, sembra proprio che il gioco valga la candela!

Quali sono le cause del carcinoma urogenitale nei leoni marini?

Il carcinoma urogenitale colpisce adulti e sub-adulti di entrambi i sessi, con un'età media di circa 8 anni. Il cancro ha origine nel tratto genitale, ma metastatizza in altri siti e organi, compresi i linfonodi, i reni, la vescica urinaria, il fegato, i polmoni e la milza. Come spesso accade, non esiste “la” causa, ma piuttosto un insieme di con-cause. Variazioni nell'espressione di recettori ormonali e altri fattori genetici sono probabilmente associati alla nascita e progressione del tumore, ma esistono anche cause esterne ambientali.

L'esposizione a contaminanti ambientali, come gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH) e gli organo-clorurati (OC), è stata correlata all'insorgenza di molti tumori, sia negli animali che nell'uomo. Questi inquinanti ubiquitari e persistenti finiscono in mare a causa del loro uso smodato nelle industrie chimiche o come componenti dei pesticidi. Sono presenti in grandi quantità intorno alle coste della California e anche nei leoni marini stessi: a causa della loro natura lipofila, vengono anche trasferiti alla prole durante l'allattamento.

La malattia è stata anche associata a infezione virale. Un herpesvirus è presente nei leoni marini malati di cancro in misura maggiore rispetto ai sani e con la più alta prevalenza proprio nel tratto genitale, suggerendo che la sua trasmissione avviene per via sessuale ed è probabilmente correlata alla malattia.

Cosa hanno in comune leoni marini e le donne?

Apparentemente...niente! Ma se parliamo di cancro, emerge più di una somiglianza. Il carcinoma urogenitale del leone marino ha parecchio in comune con il cancro alla cervice uterina nelle donne, in particolare l'età a cui si manifesta (in entrambi i casi non è una malattia tipica della vecchiaia, ma piuttosto dell’età adulta) e l'associazione con un’infezione virale (HPV nelle donne, herpesvirus nei leoni marini). Esistono anche caratteristiche istologiche e molecolari comuni tra i due cancri.

Veniamo quindi al punto della ricerca: estrapolare dati importanti non solo per la salvaguardia delle popolazioni di animali selvatici, spesso minacciate proprio dalle attività antropiche, ma anche per i pazienti umani. L'oncologia comparata è un campo di crescente interesse: Vitares sostiene progetti di ricerca per il trattamento del cancro nei modelli di fauna selvatica, che stanno aprendo entusiasmanti opportunità di collaborazione tra oncologi umani e veterinari.

Fonte:
Helen, M., et al. (2015). Common cancer in a wild animal: the California sea lion (Zalophus californianus) as an emerging model for carcinogenesis.

carcinoma urogenitale, leoni marini

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