Il vaccino anti-rotavirus per combattere il cancro

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Non solo protegge i bambini dalla più comune forma di gastroenterite virale infantile, ma il vaccino anti-rotavirus potrebbe anche aiutare nella lotta contro il cancro. E in particolare contro i tumori che sviluppano resistenza all’immunoterapia, e che con il vaccino tornano sensibili ai farmaci.

Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori francesi, dopo che vari esperimenti in vitro e in vivo hanno confermato l’azione antitumorale del vaccino e il suo ruolo stimolante sul sistema immunitario. Lo studio definisce un nuovo scopo per il vaccino anti-rotavirus: un prodotto già sul mercato e senza effetti collaterali gravi.

Il vaccino contro il rotavirus è indicato per tutti i bambini e raccomandato dal Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale 2017-19. Viene somministrato per via orale in due o tre dosi, a partire dalla sesta settimana di età. Protegge contro una forma di gastroenterite virale particolarmente frequente tra i più piccoli, che causa diarrea, vomito e febbre. I sintomi talvolta possono essere severi e addirittura un bambino su 40 richiede l’ospedalizzazione.

La vaccinazione è sicura ed efficace, con effetti collaterali rari e comunque lievi, come nausea o diarrea. Come quelli per l’influenza, morbillo o varicella, anche il vaccino contro il rotavirus contiene il virus vivo, ma attenuato: non è in grado di causare la malattia, ma innesca una risposta immunitaria che rimane in memoria e si riaccende ad ogni successivo incontro con il patogeno.  

Ma i virus non sono sempre nostri nemici: in alcuni casi possono aiutare l’organismo a combattere il cancro. Sono chiamati virus oncolitici: in altre parole, infettano di preferenza le cellule tumorali e le distruggono tramite lisi, rilasciando all’esterno particelle virali pronte a infettare una nuova cellula. E nel frattempo stimolano anche una forte risposta immunitaria contro il tumore.

Tra questi c’è anche il rotavirus, che ha dimostrato una certa azione anti-tumorale anche nella forma attenuata, quella contenuta nel vaccino. I ricercatori lo hanno testato in vitro, su linee cellulari umane, e poi in vivo su vari modelli tumorali. Il vaccino anti-rotavirus stimola la produzione di NF-kB, un complesso proteico che agisce come fattore di trascrizione e gioca un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria. Sembra anche particolarmente efficace nei tumori che hanno sviluppato resistenza ai farmaci immunoterapici: la combinazione con l’immunoterapia rende le cellule tumorali nuovamente sensibili ai farmaci e induce una risposta che perdura nel tempo.

Lo studio apre le porte ad uso alternativo del vaccino anti-rotavirus. Che è già stato approvato, dopo aver superato tutti i controlli e i requisiti imposti dagli uffici regolatori. È dunque un prodotto sicuro dal punto di vista tossicologico, facilmente reperibile in tutto il mondo, compresi i paesi in via di sviluppo, poco costoso e senza effetti collaterali gravi.

Erika Salvatori

Riferimento:  Science of Translational Medicine

vaccino anti-rotarovirus

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